Sembra che particolari disturbi visivi, siano il risultato di alcune abitudini scorrette, "figlie"dell'epoca moderna. Alcune patologie oftalmologiche, come ad esempio la miopia e la emeralopia (per approfondimenti consultare il libro "Vedere meglio" di Pierluigi Lattuada), sembrano essere fortemente correlate con alcune "cattive abitudini", che tuttavia rappresentano al giorno d'oggi delle normali condotte di vita. Ad esempio, il nostro occhio è nato per guardare "lontano", scovare una preda ben mimetizzata in un folto bosco. E fino a 60 anni fa tutto è rimasto invariato; la nostra vista assolveva ancora quel compito. Certo, il nostro sistema visivo è fatto per accomodarsi e guardare anche oggetti vicini, tuttavia si converrà che la visione per oggetti distanti ha rappresentato nel corso della storia un qualcosa che ha rivestito un ruolo di primo piano. Da circa 30 anni a questa parte invece, la situazione si è paradossalmente capovolta. L'uomo che guarda "lontano" è sempre più raro.
Le professioni si sono evolute e con esse le mansioni sono cambiate. L'uomo non va più a caccia - cercando di mettere a fuoco la preda distante da se stesso; non naviga con la stessa frequenza e quando lo fa la sua rotta è già prestabilita, tracciata dalla strumentazione di bordo; l'uomo non scruta più il cielo cercando nelle stelle il significato dei propri giorni. Tutto ciò ha portato ad una lenta ma inesorabile "atrofia" dei muscoli degli occhi, i quali hanno perso la loro forza, vitalità ma soprattutto flessibilità di accomodazione. Molte persone, sin da ragazzi, soffrono di "miopia". A livello funzionale è come se avviene un "blocco" dell'accomodazione, che essendo sistematicamente protratta per lunghi periodi nella visione di oggetti che si trovano molto vicini dall'osservatore, non riesce a mettere a fuoco oggetti distanti, proprio perchè "abituata", quasi atrofizzata nello scegliere oggetti prossimi. Ad esempio il dott. Bates, Oftalmologo di fama mondiale, ha spiegato molti disturbi visivi, come il risultato di disturbi funzionali, e quindi comportamentali. I risultati dei suoi studi possono essere comunque compresi meglio se ci si rifà alla medicina comportamentale -disciplina nata negli anni 70-, e nell'importanza della fortissima ed evidente relazione, Mente-corpo In breve per questo studioso, lo "sforzo di vedere meglio", produce la malattia stessa. Chi si sforza di vedere oggetti vicini, genererà ipermetropia. Chi invece si sforza di vedere oggetti distanti diventerebbe miope. Se invece ci si rilassa, l'occhio può mettere a fuoco l'immagine nel miglior dei modi, senza forzature, e la visione migliorerà sensibilmente.
Nel prossimo articolo saranno spiegate le tecniche utilizzate per migliorare la nostra vista e alcuni disturbi visivi.
Dott Antonio Fabozzi Psicologo Clinico
Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
Le professioni si sono evolute e con esse le mansioni sono cambiate. L'uomo non va più a caccia - cercando di mettere a fuoco la preda distante da se stesso; non naviga con la stessa frequenza e quando lo fa la sua rotta è già prestabilita, tracciata dalla strumentazione di bordo; l'uomo non scruta più il cielo cercando nelle stelle il significato dei propri giorni. Tutto ciò ha portato ad una lenta ma inesorabile "atrofia" dei muscoli degli occhi, i quali hanno perso la loro forza, vitalità ma soprattutto flessibilità di accomodazione. Molte persone, sin da ragazzi, soffrono di "miopia". A livello funzionale è come se avviene un "blocco" dell'accomodazione, che essendo sistematicamente protratta per lunghi periodi nella visione di oggetti che si trovano molto vicini dall'osservatore, non riesce a mettere a fuoco oggetti distanti, proprio perchè "abituata", quasi atrofizzata nello scegliere oggetti prossimi. Ad esempio il dott. Bates, Oftalmologo di fama mondiale, ha spiegato molti disturbi visivi, come il risultato di disturbi funzionali, e quindi comportamentali. I risultati dei suoi studi possono essere comunque compresi meglio se ci si rifà alla medicina comportamentale -disciplina nata negli anni 70-, e nell'importanza della fortissima ed evidente relazione, Mente-corpo In breve per questo studioso, lo "sforzo di vedere meglio", produce la malattia stessa. Chi si sforza di vedere oggetti vicini, genererà ipermetropia. Chi invece si sforza di vedere oggetti distanti diventerebbe miope. Se invece ci si rilassa, l'occhio può mettere a fuoco l'immagine nel miglior dei modi, senza forzature, e la visione migliorerà sensibilmente.
Nel prossimo articolo saranno spiegate le tecniche utilizzate per migliorare la nostra vista e alcuni disturbi visivi.
Dott Antonio Fabozzi Psicologo Clinico
Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale
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